La
voglia di cambiamento
Nella
gente quando si cammina in mezzo ad una strada ( dovremmo farlo piu' spesso,
soprattutto chi fa politica) c'e'la voglia di vedere cambiare qualcosa
nella nostre Istituzioni, nella nostra economia, nella nostra vita.
Detto questo, compito della politica, e'quello di cominciare a dare risposte
ai problemi della gente, problemi veri come la disoccupazione, e non nella
mentalita'del do ut des del politico, ma perche'dobbiamo creare le basi
per un forte rilancio della nostra economia e quindi dell'occupazione,
con politiche mirate a rendere piu competitiva líimprenditoria
dellíazienda Italia e al contempo a rendere piu flessibile
il mondo del lavoro.
Inoltre, dato ormai difficile da smentire, la gente non ha piu speranze
di vedere un rinnovamento radicale ma, soprattutto culturale, nelle strutture
e nei servizi pubblici, vedi sanita'e pensioni, cosi'come nelle istituzioni,
e per averne una prova basta fare riferimento alle difficolta'incontrate
per avere una riforma del sistema elettorale certa e condivisibile dalle
varie anime del Parlamento o il risultato dei referendum.
Cosi'dall'Italia all'Europa i problemi non cambiano ma si ingigantiscono;
addirittura quell'Europa dei Patti di Roma non esiste piu in quanto
un futuro allargamento sconvolgere sia in termini fisici ma soprattutto
in termini culturali e politici la nostra Europa.
Se da noi il cammino per il rinnovamento delle Istituzioni e'duro e soprattutto
lento, in Europa il cosiddetto Allargamento e'gia stato accettato
come progetto anche se non si capisce quali sono le sue basi.
Infatti, oltre a vedere un elenco di Nazioni, con un nuovo Parlamento
che passerebbe da 15 a 28 Nazioni, con 700 parlamentari rispetto agli
attuali 626, ad una commissione di 21 commissari, ad una riforma di tutto
líapparato burocratico, quale sia il progetto politico e quali
le conseguenze socio - economiche non si capisce o meglio nessuno si e'
espresso.
La lezione che ci sta dando il dollaro con il NAFTA (il mercato composto
da Canada, Stati Uniti e Messico), dove ad una moneta forte corrisponde
un potere politico altrettanto credibile e stabile, come gli Stati Uniti,
mette alla luce la carenza di peso politico delle nostre Istituzioni,
carenza che ha fatto si che l'Euro da moneta di riferimento arrancasse
di fronte alle altre valute internazionali.
Diamo prima di tutto obiettivi politici, in materia di politica interna
e di politica economica; dimostriamo di avere un ruolo politico, ma soprattutto,
mettiamo sul tavolo della nostra nuova Europa temi come la famiglia, la
cultura, i giovani, i diritti civili, líoccupazione, la religione,
il rispetto delle singole culture e identita'nazionali, e cosi'facendo
avremo sicuramente messo le basi per una Europa forte e stabile nel futuro.
Per chi e'giovane come me a 30 anni vedere una grande Europa, non in termini
di uno spot di immagine per questa o quella commissione, ma quale punto
di riferimento per le nuove generazioni e sogno realizzato per le attuali,
e'qualcosa che affascina da una parte ma che puo'spaventare dall'altra.
Cerchiamo di trovare in questa nuova Unione Europea come nei nostri singoli
Stati una nostra identita' culturale, e soprattutto le risposte che ognuno
di noi si attende dal mondo politico ed economico.
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